Matilde e il tram per San Vittore
di Renato Sarti | dal libro di Giuseppe Valota "Dalla fabbrica ai lager" | regia Renato Sarti |
con Arianna Scommegna, Debora Villa, Rossana Mola e Giulia Medea nel ruolo di Matilde | scena e costumi Carlo Sala | musiche Carlo Boccadoro | luci Claudio De Pace | progetto audio Luca De Marinis | dramaturg Marco Di Stefano | produzione Teatro della Cooperativa con il sostegno di ANED | con il patrocinio di ANPI, Istituto Parri e ISEC e con il patrocinio dei comuni di Albiate, Bresso, Cinisello Balsamo, Monza e Muggiò |spettacolo sostenuto nell'ambito di NEXT ed. 2017/18 Regione Lombardia
A causa degli scioperi che, a partire dal 1943, paralizzarono i grandi stabilimenti del Milanese, le case operaie di Sesto San Giovanni, Milano, Cinisello e dei comuni limitrofi furono teatro di retate spietate. Centinaia di uomini furono sottratti ai propri affetti, costretti a vestirsi rapidamente per poi sparire. Scene che rimasero per decenni negli occhi di madri, mogli e soprattutto dei bambini che salutarono per sempre in quel modo il loro papà. Cinquecentosettanta furono le persone deportate nei lager, quasi la metà non fece più ritorno e per i sopravvissuti, e per i loro familiari, la vita non fu più la stessa.
Matilde, spettacolo scritto e diretto da Renato Sarti, vuole mettere in luce il “non eroismo” di migliaia di uomini e donne, che si opposero al fascismo e al nazismo a caro prezzo. Lo fa attraverso le voci di quelle madri, mogli, sorelle e figlie che, dopo l’arresto dei propri uomini in seguito agli scioperi dell’area industriale a nord di Milano – gli unici sotto Mussolini, i più grandi in Europa sotto il giogo nazista− si ritrovarono improvvisamente a gestire, da sole, un quotidiano di fame e miseria. Alla disperata ricerca dei loro uomini, si precipitavano a San Vittore e in altri luoghi di detenzione di Milano. Fra questi anche il cinema Broletto, allora sede della famigerata Legione Ettore Muti: mentre in sala si proiettavano i film, nei camerini si torturavano i partigiani e gli oppositori politici. Nel 1947 quel cinema diventò il Piccolo Teatro, che Giorgio Strehler e Paolo Grassi, attraverso l’arte, la cultura e lo stare insieme, bonificarono dall’orrore.
Il testo parte dalle testimonianze raccolte in più di vent’anni da Giuseppe Valota, presidente dell’ANED di Sesto San Giovanni.